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Il galaxy note N7000 (il primo phablet).
È un ottimissimo terminale caratterizzato per la sua S pen, la durata della batteria e per lo schermo da 5.3 pollici. C’era chi storceva il naso di fronte a questa “mattonella” però chi riusciva a farsi piacere le dimensioni del display si trovava di fronte un terminale completo di tutto e migliorato dalla pennina che tornava utile e comoda in più di un’occasione.
C’è stato poi l’aggiornamento a ice cream sandwich che ha portato la correzione di alcuni bug e migliorato le prestazioni rendendo ancora migliore un già ottimo prodotto. Tutti i possessori del note non avevano nulla da invidiare ai top di gamma in circolazione quel periodo.
Poi sono riusciti a rovinarlo con una cosa chiamata “JELLY BEAN”. Quando aggiorniamo un device ci aspettiamo che migliori le prestazioni, allunghi la durata della batteria e magari ottimizzi la CPU, purtroppo non è sempre così.

Jelly bean è nato dai laboratori più oscuri e maligni di Samsung dove lavorano i programmatori più perfidi del pianeta.
Ora il note che è stato forzatamente fatto somigliare al note 2, non riesce a far girare fluidamente la ROM aggiornata e si hanno tanti lag e spesso tanti crash. Persino comporre un numero può far perdere più tempo del necessario. Avessi qualche conoscenza in Samsung, avrei posto una domanda… “prima di rilasciare JELLY BEAN per note, vi è venuto in mente di provarlo???”.  Indipendentemente dalla risposta, si capisce perfettamente che la loro intenzione non fosse quella di tenere alta la soddisfazione per il primo note ma quella di spingere a comprare il secondo. Purtroppo non si pensa più a costruire qualcosa che duri nel tempo, specialmente nel mondo della tecnologia dove siamo obbligati a dover cambiare invece di riparare.
In questo caso basterebbe un aggiornamento per rimuovere tutti i problemi e ritornare ad avere un signor telefono, Samsung lo rilascerà?